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Siamo venuti a prenderla per riportarla a casa. Sono le veneziane che hanno segnato il loro tempo e spesso anche il futuro. Un eBook per restituire loro la fama che non hanno avuto. Un titolo inedito di Alessandro Marzo Magno, veneziano, giornalista storico e scrittore, ha pubblicato numerosi libri, tra cui: Piave.
Cronache di un fiume sacro il Saggiatore e Atene Venezia, i turchi e la distruzione del Partenone il Saggiatore Nella sua casa, in Ghetto Vecchio, aveva tenuto aperto per qualche decennio un importante salotto letterario assiduamente frequentato, oltre che dal dottissimo rabbino ferrarese-veneziano Leone da Modena, da molti letterati di primo piano dell'epoca, e non soltanto italiani. La sua storia di madre, bisnonna e trisavola di imperatrici viene ricostruita in modo straordinario da una storica esperta nelle questioni femminili.
Valeria Palumbo ha scritto questo libro in modo narrativo, con il risultato di rendere la sua rigorosa opera di divulgazione storica avvincente come un romanzo. Ma anima mia, ma dove vive?
Dal genero, non so se mi spiego, Adriano, lo conosce? Mi spiego? Una selezione dalla blogosfera che ripropone nove autori di scritture divertenti, imprevedibili e soprattutto brevi, di quelle che si leggono in soli tre clic.
Sono storie per tutti i gusti scelte per dimostrare che sul web si possono leggere anche pezzi molto interessanti e di buon livello. Il gatto, ogni tanto, si risvegliava dal suo torpore. Acciambellato sul pavimento, nel quadrato di sole che entrava dalla finestra, apriva gli occhi e rivelava la sua esistenza con un sonnacchioso miagolio.
Un solo verso, tedioso, rivolto a una delle piastrelle di ceramica che ricoprivano la parete dietro i fornelli. Guardava il gatto. La donna non si voltava. Il pesce marrone, con la testa grande e gli occhi gialli, sembrava un mostro preistorico. Polanca lo guardava. E, di nuovo, guardava il gatto. Il telegiornale diceva cosa bisognava fare per arrivare in forma alla prova costume da bagno. Subito dopo, un tale con la cravatta, diceva la parola cattocomunista.
Allora il micio allungava una zampa posteriore per sgranchirsi. Poi sbadigliava e lentamente se ne andava a cercare la sua ciotola. Polanca si ritirava nella sua cameretta e pensava ai sottomarini. A stare sdraiati su un praticello sotto il sole, tra gli alberi, in primavera, certe volte dimentichi persino chi sei. E ti sembra di essere niente.
Sono la natura. Mi annullo nel paesaggio. Devo dimenticare tutto. Il lavoro. Le preoccupazioni. Non voglio pensare a niente. I pensieri appaiono da soli anche se li scacci. Ci siamo scambiati uno sguardo insolito. Di quelli che comunicano qualcosa, anche se al momento non saprei dire cosa. Anche lui mi ha guardato in modo strano. Come se mi conoscesse. Ma che importa? Immobile in ogni muscolo. A sentirmi niente. Che pace. Non devo pensare al lavoro. Ti porti dietro in ogni momento le tue ossessioni.
I tuoi sospetti. E non va bene. Tutti hanno bisogno di staccare, no? Sto troppo bene su questo prato. Non sentire nulla. Nemmeno i dolori. Nemmeno i rumori. Quel suono che mi rimbomba ancora in testa come uno sparo. Poi la sensazione di calore sulla testa. Un caldo umido e bagnato che cola lungo il collo. Inzuppa la camicia. Intorno a me vedo delle ombre. Si agitano. Si muovono come aliti di vento.
Non capisco cosa dicono. Mi scuotono. Ma io tanto non mi muovo da questo prato. Non reagisco. Georgi mi pare. Adesso capisco. Mi sembra di sentire un suono di sirene. Troppo tardi. Una galleria di interpretazioni non solo retoriche ma anche poetiche, ludiche, automatiche, grafiche. Componimenti che sfiorano il falso letterario, a volte molto colti, spesso divertenti, in molti casi raccontati da punti di vista assolutamente imprevedibili.
Che bel vedere! Se le vedesse? Che pene tremende! Le prende E sente che emette delle perle Siamo appena al Io invece ho il E son qui da tre quarti d'ora». Ha visto come vanno lenti? Son disoccupato. Posso attendere, io». Quanto tempo le faccio risparmiare? Mi dia il numerino». Ho pensato di non accettare per meno di venti. Mi scusi, mi faccia andare o perdo il mio turno». Era un lavoro dignitoso, il suo. Si ripeteva. Niente di illegale. Il Di lavoro non ce n'era in giro, per lui.
A nessuna azienda interessava assumere un ricercatore lasciato a casa dopo quindici anni di precariato. Dietro al In prima posizione c'era il Il tabellone segnava ancora il Mancavano solo sette numeri.
In una mattina riusciva a fare anche quindici scambi, se andava bene. Un ventone non capitava spesso, ma sotto il deca era difficile che scendesse. Non se la passava male rispetto agli ex colleghi, in fondo. Mezza giornata al massimo. Poi a casa.
A continuare le ricerche per la sua quarta pubblicazione. Una bimba venne fuori della nera capannetta, coi capelli arruffati su la fronte e con un fazzoletto rosso-sbiadito in testa. Mentre andava abbottonando la dimessa vesticciuola, sbadigliava, ancora abbindolata dal sonno, e guardava: guardava lontano, con gli occhi sbarrati come se nulla vedesse. In fondo, in fondo, una lunga striscia di rosso infuocato s'intrecciava in modo bizzarro col verde smeraldo degli alberi, che a lunga distesa lontanamente si perdevano.
La bimba andava sbadatamente, ed ecco La bimba parve colpita, commossa dinanzi a quella scena, e stette a guardare le barchette che volavano su l'onde, tinte d'un giallo pallido. Era tutto silenzio. Aliava ancora la dolce brezzolina della notte, che faceva rabbrividire il mare, e s'innalzava lento, lento un blando profumo di terra. Ecco il volume 2 della monumentale raccolta di Pirandello! Altre ottanta novelle per la vostra libreria digitale e per i vostri weekend di primavera.
Buona lettura! Ero infatti divenuto un albergo aperto a tutti. Non potevo dir: io, nella mia coscienza, che subito un'eco non mi ripetesse: io, io, io E questo significava che se, poniamo, avevo fame e lo dicevo dentro di me, tanti e tanti mi ripetevano dentro per conto loro: ho fame, ho fame, ho fame, a cui bisognava provvedere, e sempre mi restava il rammarico di non potere per tutti.
Da questi appunti argomento che il trattato del Fondamento della morale dovesse nel mio concetto consistere di dialoghi tra me e quella mia prima moglie, o forse d'apologhi. Trascrivo dal quadernetto: «Dimmi, o Mirina. O che occhi sono i tuoi? Tu agisci dunque, Mirina, senza l'intero sentimento della tua azione, della quale provi l'effetto soltanto in te medesima. Tutti conosciamo qualcuna delle Novelle per un Anno, ma avete veramente idea di quante siano sul serio?
Quindi potete stare sicuri che ne troverete tantissime che non avete mai letto e nemmeno sentito da lontano. Nella camera finiva di spegnersi, singhiozzando, un lumino da notte davanti a un'immagine della Madonna di Loreto, sul cassettone. A ogni singhiozzo del lumino, pareva sobbalzassero tutti i mobili.
Irritazione e mortificazione, ira e cruccio sobbalzavano allo stesso modo nell'animo stramazzato del signor Anselmo, per quelle sue incredibili risate d'ogni notte, nel sonno, le quali facevano sospettare alla moglie che egli, dormendo, guazzasse chi sa in quali beatitudini, mentr'ella, ecco, gli giaceva accanto, insonne, arrabbiata dal perpetuo mal di capo e con l'asma nervosa, la palpitazione di cuore, e insomma tutti i malanni possibili e immaginabili in una donna sentimentale presso alla cinquantina.
E dammi subito le gocce: venti, in un dito d'acqua. La moglie dal letto se n'accorse. Ho alzato appena la mano, ho alzato Signori miei, io rido Un vocino d'ombra venne fuori da un uscio aperto su quel corridojo. Aveva accolto in casa da due anni quelle cinque nipotine, insieme con la nuora, alla morte dell'unico figliuolo.
La nonna non aveva forza neanche di badare a se stessa. Non rideva forse per questo? Chi sa quante donne se lo sbaciucchiavano in sogno, ogni notte!
La furia con cui la moglie lo scrollava, la rabbia livida con cui gli gridava: «Tu ridi! La quale Ho riso! Basta, lasciami andare, cara, a prender l'acqua per la nonna Dormi, dormi, e procura di ridere anche tu, sai?
Buona notte. Potevamo quindi non comprendere nella nostra antologia trasversale anche testi futuristi? Ecco allora un Depero perso e affascinato tra auto fiabesche, come lui stesso le definisce. Un pezzetto di letteratura di genere decisamente imperdibile. Ed eccoci davanti ad una macchina sbalorditiva, che sembra ideata da un ingegnere agricoltore, innamorato di zucche sesquipedali.
Dirigibile di duralluminio in attesa di sorvolare le nubi e di lanciarsi ad alte esplorazioni stratosferiche. Chi non ha pensato almeno una volta di sparire e e cominciare da capo? Insomma, ha una vita tanto brillante quanto quella di Mattia Pascal era meschina. Eppure alla fine si ritrova vecchio, a vivere nello stesso piccolo paese di Pascal, facendo lo stesso lavoro da bibliotecario e andandosi a trovare al cimitero.
E mi accorgevo che Oh, gli sarebbe stato facile, libero com'era e senz'obblighi di sorta! Ma dove? Non sapevo risolvermi. Eppure, in quanti luoghi ho detto: - Qua vorrei aver casa! Come ci vivrei volentieri!
La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Or come poteva avvenire per me tutto questo in una camera d'albergo? I miei denari erano pochini Ma una casettina modesta, di poche stanze?
Piano: bisognava vedere, considerar bene prima, tante cose. Fermo in un luogo, proprietario d'una casa, eh, allora : registri e tasse subito! E non mi avrebbero iscritto all'anagrafe? Ma sicuramente! E come? E allora, chi sa? Insomma, impicci, imbrogli! Ma mi sarei allogato a pensione in qualche famiglia, in una camera mobiliata. Erano trascorse altre due ore, quando il dottor Toby pel primo aperse finalmente gli occhi, dopo cent'anni che li aveva tenuti chiusi.
Toby era rimasto muto; nondimeno i suoi occhi parlavano per lui. Male forse? Vediamo, zio La vita! In quell'istante una voce fioca chiese: «Toby? Il signor Brandok aveva aperto gli occhi e guardava il suo vecchio amico con uno stupore facile a comprendersi.
Ricoricatevi, fate una buona dormita e questa sera pranzeremo insieme, ne sono certo. Poi aveva quasi subito chiusi nuovamente gli occhi. Meraviglioso filtro! Lasciamoli riposare. Credo che ormai siano salvi».
Otto ore dopo il dottor Toby veniva svegliato da un sibilo leggero, che pareva venisse dal disotto del guanciale. Nella stanza non vi era nessuno e Brandok continuava a russare nell'altro letto.
Si chiamano sotto le armi i volontari di Malaga e di Alicante che verranno trasportati sul luogo dell'invasione con flotte aeree. Si dice che Bressak sia stata distrutta e che molte famiglie anarchiche siano rimaste annegate».
Che abbiano soppressa la carta e le macchine per stamparla? Degli uomini erano comparsi in mezzo a delle case e correvano all'impazzata, lanciando delle bombe che scoppiavano con lampi vivissimi. I muri si sfasciavano, i tetti crollavano; uomini, donne e fanciulli precipitavano nelle vie, mentre larghe lingue di fuoco si alzavano sopra quegli ammassi di macerie, tingendo tutto il quadro di rosso.
Era una specie di cinematografo, d'una perfezione straordinaria, veramente stupefacente, che riproduceva con meravigliosa esattezza la terribile strage annunciata poco prima dal giornale. Brandok, hai finito il tuo sonno?
Ancora a Nantucket? Io mangerei volentieri una bistecca, per esempio. Non sappiamo ancora come funzioneranno i nostri organi interni. Vi aspetto nella sala da pranzo. Le sedie, la credenziera, gli scaffali situati negli angoli e perfino la tavola che occupava il centro, erano formati di un metallo bianco e lucentissimo che assomigliava all'alluminio.
In questa casa? Alle otto ho lasciato l'isola e a mezzanotte eravate qui. Tutto il necessario insomma per un pranzo abbondante. Queste vivande non sono state rinchiuse nei loro recipienti che da qualche minuto; infatti vedete che fumano, anzi scottano. Cent'anni fa si perdeva troppo tempo; camminavate ed agivate colla lentezza delle tartarughe.
Mangiate, signori miei, o i cibi si raffredderanno. Ve ne sarete accorti, da due libri a settimana siamo passati ad uno. Ecco quindi il nostro attuale programma editoriale: uscire circa una volta al mese, ma con un grande libro!
E adesso immergetevi pure :. Non posso fare altrimenti. Intanto il vento spargeva via la neve dal tetto dei vagoni e faceva mulinello, trascinando una lastra di latta che aveva strappata.
Si sentiva il fischio cupo della locomotiva. Ad Anna quell'orrore della tempesta sembrava magnifico. Vronskij aveva detto proprio quello che l'anima sua desiderava e che la sua ragione temeva.
Non rispondeva nulla ma egli le leggeva in viso la lotta che stava sostenendo. Dopo un po' di tempo disse finalmente:. Ma rimase ferma sulla piccola piattaforma ripercorrendo nella mente la scena che si era svolta. Lo stato di tensione in cui si trovava prima era aumentato al punto che essa ad ogni istante temeva che il cuore le scoppiasse. A Pietroburgo, appena il treno si fu fermato e lei ne discese, la prima persona che si vide davanti fu il marito.
Dio mio! Qui, per una volta, si cimenta in una fiaba per ragazzi. E vende tantissimo. Insomma, abbastanza per fare imbestialire i pomposi letterati suoi contemporanei. Falco era l'unico figlio di un povero taglialegna, che viveva in un misero casolare, posto nel centro della foresta. Falco crebbe quindi senza conoscere i baci, le cure di una madre, le carezze, le parole amorose di suo padre.
Era un bel fanciullo, dai grand'occhi intelligenti e sognatori, dal sorriso melanconico, triste. Durante la stagione delle piogge, nell'inverno, Falco seduto presso il focolare, mentre il padre fissava intento la fiamma, quasi volesse trarne qualche pronostico, cogli occhi smarriti, il pensiero lontano, intrecciava graziosi panieri, oppure con un piccolo coltello affilato, intagliava nella scorza di alberi dolci figurine, oggetti di fantasia, che mostravano il gusto artistico del fanciullo.
Oppure sopra un sillabario, smarrito da qualcuno nella foresta, si sforzava ad imparare a leggere. E se il tempo era bello, andava a raccogliere nel bosco frutta, miele, erbe aromatiche e virtuose ed altri prodotti selvatici. Era lui che si occupava delle piccole faccende domestiche, che cambiava le foglie dei letti, apprestava le magre pietanze, teneva in ordine, pulite le misere stoviglie.
Si avvicinarono all'albero, che mostrava una larga apertura, come un profondo vano in cui poteva entrare un fanciullo. Falco scorse qualche cosa di bianco che si muoveva in fondo a quel vano: era certo un gatto ivi rifugiato. Noi le avremmo reso un servizio lasciandola dov'era, non risparmiandola colla nostra accetta. Ella sarebbe per me una sorellina. Se il tuo babbo lo vuole.
Il vecchio si era seduto a terra, tenendo la bimba sulle ginocchia. Falco le si pose accanto. Come ti trovavi dentro a quell'albero? Naturalmente tutto parte dal naso del protagonista che secondo la moglie pende da un lato.
Mai dar retta alle mogli! Come ci vedranno gli altri? Come saremo veramente da fuori? Naturalmente non ci riesce, si inimica tutti, combina diversi casini e alla fine viene dichiarato pazzo. E allora finalmente riesce ad essere libero e in fondo anche felice. Mia moglie e il mio naso.
Premendo, avverto un certo dolorino. Mia moglie sorrise e disse: — Credevo ti guardassi da che parte ti pende. Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: — Mi pende?
Il naso? Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. Eh, altro! Dopo un attento esame dovetti riconoscere veri tutti questi difetti. E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito. No, ecco.
Tutte le prendevo. Ma camminarci, non ci camminavo. Ora, ritornando alla scoperta di quei lievi difetti, sprofondai tutto, subito, nella riflessione che dunque - possibile? Con La coscienza di Zeno iniziamo una nuova serie di Semper: la grande narrativa.
Avete presente quei ibri che tranquillizza avere vicino? Quelli che, sia che li abbiate letti oppure che dobbiate ancora leggerli, dovete assolutamente avere a disposizione?
E che quando finalmente aprite vi rendono felici? Povero bambino! Altro che ricordare la mia infanzia! E intanto, inconscio, vai investigando il tuo piccolo organismo alla ricerca del piacere e le tue scoperte deliziose ti avvieranno al dolore e alla malattia cui sarai spinto anche da coloro che non lo vorrebbero.
Come fare? Nel tuo seno — fantolino! Ogni minuto che passa vi getta un reagente. Eppoi — fantolino! I minuti che passano ora possono anche essere puri, ma, certo, tali non furono tutti i secoli che ti prepararono. Eccomi ben lontano dalle immagini che precorrono il sonno. Le pareti oscillarono, e dopo alcuni minuti, si apersero nei quattro lati della sala parecchie porticelle numerizzate, e a ciascuna porticella affacciossi un individuo, portante la divisa dei subalterni di sorveglianza.
Ciascun subalterno, appena scoccato l'ordine, scompariva come fantasma, gli altri rimanevano in sentinella alle porte ad attendere i cenni del Capo. Per alcuni minuti, fu nella sala un andirivieni di subalterni. Il Torresani, dall'alto del suo pulpito, non cessava di impartire ordini a questi e a quelli.
I suoi occhi grigi mandavano faville. Il Torresani li esaminava, li confrontava con feroce compiacenza. Non importa I cinque minuti hanno bastato al Duroni per darmi delle buone fotografie Nel gran catalogo delle navi volanti ne abbiamo trovato una perfettamente identica a questa Lo stesso disegno Questa nave fu fabbricata a Rio Janeiro dagli industriali Thompson e Stefany I Bonafous, due anni sono, la cedettero ai Calzado, fabbricatori di carte da giuoco a Madrid, poi Ci siamo!
Sta bene! L'avrei indovinato; a Torino una sorpresa notturna alle guardie del tesoro reale; a Napoli una sottrazione di monete antiche al pubblico Museo; a Parigi vincite considerevoli al maccao per parte di un truffatore; a Pietroburgo, a Vienna, a Lucerna altri fatti dell'egual genere Dapertutto, l'apparizione di questa nave ha portato la truffa, l'aggressione, il delitto Dunque io non mi era ingannato E voi, signori uffiziali di magnetismo, non avete avuto forza di trattenerli una mezz'ora, tanto che io potessi ottenere un mandato di arresto eccezionale Non tutti quei bricconi saranno partiti colla nave Il Lissoni, proprietario di gondole al quartiere del Macello pubblico, riferisce che uno dei suoi conduttori, il nominato Bigino, per cinque notti consecutive fece delle ascensioni fuori di torno, a fanali spenti.
Numero quattordici! E noi lo conosceremo E s'io riesco a pigliar in mano un filo della matassa Sapevate che Collodi che non si chiamava affatto Collodi ma Lorenzini lo scrive in due volte e che inizialmente non intendeva scrivere un racconto per bambini?
La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da un sottoscala. Appena entrato in casa, Geppetto prese subito gli arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino.
Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi, e tutti se la passavano bene. Fatti gli occhi, figuratevi la sua maraviglia quando si accorse che gli occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso.
Sentendosi privo di costanza e di coraggio lo dice lui! E, in un quarto di secolo, di strada ne ha fatta! Nel suo studio, Giovanni ha una parete intera tappezzata con un ritrattone fotografico di Benedetto Croce, nume tutelare della casa, al quale egli potrebbe davvero accendere un miliardo di candele. Quando Laterza viene a Roma, non manca mai di fermarsi a Napoli per salutare don Benedetto che gli offre da pranzo e da dormire.
Non un soldo di debito, non un soldo di credito. Dicono che quando gli arriva una nuova macchina o un vagone di carta, Salani faccia aspettare i facchini sulla strada, e non lasci entrare la merce se non ha prima fatto un vaglia per pagarla.
E si favoleggia che parecchi anni fa la U. Ed era morta. CastelloVolante con questo chiude la parentesi Salgari, sempre che non ci sia una rivoluzione da parte dei fedelissimi!!!
Miriadi di trampolieri s'alzavano dalle rive all'apparire dei due giganteschi elefanti, salutati dai cacciatori da qualche colpo di fucile che non andava mai a vuoto.
Erano vere nuvole di aironi giganti, di cicogne nere, di ibis, che nell'India sono brune invece di essere bianche, di anitre bramine, di folaghe dalle penne color porpora a riflessi d'indaco e di marangoni che anche fuggendo non abbandonavano i pesci presi allora negli stagni, ordinariamente dei manghi, piccoli, rossi, e assai stimati dai bengalesi per la delicatezza delle loro carni.
Si dice che sia una caccia non meno emozionante. M'immagino che l'avrai abituata a cacciare. I due colossi si erano fermati sulla riva, tastando prudentemente il terreno e fiutando rumorosamente l'acqua, prima d'inoltrarsi. Il coomareah dopo quel soprassalto aveva mandato un barrito formidabile, poi aveva immersa rapidamente la tromba in acqua, retrocedendo lestamente. La proboscide si era alzata. Stringeva un mostruoso rettile, somigliante ad un coccodrillo, armato di due mascelle formidabili irte di denti aguzzi e giallastri.
Il mostro, strappato dal suo elemento, si dibatteva furiosamente, cercando di colpire colla robusta coda, coperta, al pari del dorso, di piastre ossee, l'elefante; ma questi si guardava bene dal lasciarsi cogliere. Lo teneva bene in alto e pareva che provasse un piacere maligno a far crepitare le piastre. Questi pachidermi sono bravi ed intelligentissimi e sono pure estremamente vendicativi.
Il contestare il mondo contro la stessa storia? Il decidere di volerlo cambiare senza la considerazione delle proprie forze? Lo spregio del ridicolo? Forse, anche! E a quel paese tutti quanti! Sancio rispose essere cosa di niente; ch'era caduto da un masso e si era ammacate un poco le costole.
Aveva l'oste una moglie d'indole diversa da quelle che sogliono esercitare tal professione, naturalmente caritativa e compassionevole delle altrui miserie. Serviva nella stessa osteria una giovanotta asturiana con viso schiacciato, colla collottola spianata, col naso un po' storto, guercia da un occhio e ammalaticcia dall'altro; ma la sua gagliardia di corpo contrabilanciava tutti questi difetti.
Le foto che si trovano facilmente su google cercando Alice Liddell ritraggono una giovane dallo sguardo intenso e deciso … Il matematico e la bambina che hanno affascinato il mondo. E se io lo metto contro uno specchio, le parole si raddrizzeranno. S'era a cocce e i ligli tarri girtrellavan nel pischetto, tutti losci i cencinarri suffuggiavan longe stetto. Egli prese in man la spada — da gran tempo lo cercava — e sull'albero di nada in pensiero riposava. Uno e due!
Ecco che fa l'itra spada zacche, zacche. L'erpa testa ei lascia, e va galonfando pel pirracche. Soltanto non so di che si tratti. Vado prima a dare un occhiata al giardino. Ci voleva un libro che ci rincuorasse e abbiamo deciso di pubblicare Alice nel Paese delle Meraviglie. E ci siamo sentiti subito meglio. Venite con noi a caccia di Bianconigli? Anche a cader dal tetto non mi farebbe nessun effetto! Non finiva mai quella caduta? Alice veramente,non sapeva che fosse la latitudine o la longitudine, ma le piaceva molto pronunziare quelle parole altisonanti!
Credo che si chiamino gli Antitodi. Tra Scienza e Fantascienza. Synthi Time. Nel crea le edizioni Omicron. I primi dischi, tre album di sottofondi sonori tirati in cento copie ognuno, sono registrati tra gli studi della RCA di Roma e Morandini di Milano. Il primo dei tre, "Comica Finale", propone temi in stile ragtime utilizzati per sonorizzare alcune comiche di Charlie Chaplin per i cinema italiani "Uno Contro Tutti" e "Il Pellegrino".
Col tempo, le sonorizzazioni hanno rappresentato il core business delle etichette di Umiliani anche se non sono mancati dischi di jazz, colonne sonore e album di musica leggera. Arie Antiche - Danza a Corte. Comica Finale - Comica Finale. Musica per Due - Crocera Sentimentale. Dagli Stati Uniti Umiliani fa arrivare i primi sintetizzatori Moog, Mellotron, Synthi i cui suoni si riversano in dischi di sonorizzazioni oggi divenuti punto di riferimento della storia della musica elettronica in Italia e non solo.
Musica Elettronica Vol. Umiliani, affatto turbato dalle risposte delle etichette nazionali, arriva a pubblicare anche dodici dischi in un anno, costretto a inventarsi degli pseudonimi per non sovraffollare il settore delle sonorizzazioni con troppi dischi a suo nome. Zalla, Catamo, Tusco, Rovi, Moggi, Ruscigan sono alcuni di questi nickname con i quali firma le composizioni.
Suspence Elettronica. La sala del Sound Work Shop Studio, di 82 metri quadri, viene elaborata con un particolare trattamento acustico adatto a registrazione multipiste. Gli strumenti a disposizione sono il meglio della produzione mondiale. Pianoforte elettrico Fender Rhodes, pianoforte a coda Petrof, pianoforte a puntine, spinetta, vibrafono, batteria Ludwig, amplificatgori Marshall e Fender Twin per basso e chitarra.
Il banco mixer disponeva di 14 canali aventi ognuno filtri e incrocio a doppia curva. I registratori Ampex a otto e quattro piste completano il tutto. Piano Fender Blues magnet link. Il brano "Lady Magnolia" inciso nel nell'album To-Day's Sound fa da sottofondo nel ad uno spot della Algida. To-Day's Sound magnet link. In un pomeriggio di febbraio del , Piero Umiliani viene colpito da un ictus mentre si stava tornando dagli studi RAI di Via Asiago dopo un'intervista radiofonica.
La riscoperta della lounge music, il revival delle colonne sonore del cinema italiano Anni 70 "sdoganato" dal regista americano Quentin Tarantino, fan dichiarato delle musiche di Umiliani, coincidono con il ritorno sulle scene, seduto a quel pianoforte che, tasto dopo tasto, lo ha fatto rinascere. Concerti, riedizioni e riscoperte dei suoi dischi, partecipazioni a festival internazionali riportano in auge la musica del maestro.
La nuova carriera di Umiliani prosegue sino al febbraio del quando viene improvvisamente a mancare. Angeli Bianchi Angeli Neri magnet link.
Jazz a Confronto. Un crescendo che guarda alla space e che per poco non ci si perde, quasi ci cade in quel buco nero. Due accordi. Minimalismo e classe. Due tracce. Un segnale. Go on Mark. Quando il dubstep viaggiava a mille a South London. E mirabilmente il combo di Austin fa per il suo terzo album una traccia per aria che chiude un improbabile cerchio.
PS: avete notato che non abbiamo fatto nessun riferimento ai Mars Volta? Per gli altri vale comunque la pena. Sia mai che si convertano Bass Ma lo fanno con un netto cambiamento stilistico. Noi stiamo dalla parte dei primi: pochi dischi usciti recentemente ti obbligano a un continuo ascolto e a un headbanging selvaggio come Crack the Skye.
E allora puoi pure pubblicare un disco che non sconvolge ma che sta in piedi da solo. Le vocals seducenti di Right? In altre parole, signori, qui latitano le canzoni; ovvero la materia prima di gente che mostra ambizioni larghe come quelle di Paul Smith e compagni. Semplicemente, sembra mancare qualcosa.
Qualche pezzo si impone sugli altri, ma mancano le bombe. Al momento imponderabili. Quando viene pubblicato On The Back Of Each Day Suiteside, , personalissimo trattato dei Morose su certo folk decadente alla maniera della band di Pall Jenkins e Tobias Nathaniel, di anni ne sono passati sei da quella data.
Troppi per sfruttare il momento buono di certe cadenze. Poco male, verrebbe da dire. Qui ci si tuffa nel tunnel deep. E basta. Magari senti ancora qualche eco Boards of Canada.
Ma sono i rimasugli. In una parola: Techno-Shoegaze. Beh, Fake sta crescendo. Senza leccare il culo alle mode. Per questo ci piace ancora. Logico che con un siffatto background il nostro non poteva sempre veleggiare ai medesimi livelli e sarebbe comunque bastato a garantirgli alcune pagine sulle enciclopedie. Stupiti e salvati dal solito grigiore. Neppure io. Fatto sta che sta accadendo nella zona sud est di Londra, Deptford, quattro passi da Greenwich.
Fondato nel da Justin Paton, il combo sembra essersi stabilizzato come quintetto in occasione di questo terzo lavoro che obbedisce al canovaccio suddetto offrendocene una versione ingegnosa e visionaria, un soffice stordimento a base di etnicismi wave, folk lisergico, malie elettroniche, ghigni noise-jazz e ossessioni kraute.
Chitarre, percussioni, synth, ottoni, archi e cori per confezionare qualcosa di bislacco ed esotico, vagamente indeterminato e volutamente artificioso.
Che oggi la patria del jazz in Italia sia proprio la Sicilia? Lo abbiamo amato, lo stimiamo. Un giorno impareremo a farne a meno. Dopo un paio di cassette debuttano anche loro con un album vero e proprio e lo fanno sulla label di Shawn Reed dei Wet Hair, la Night People, che pubblica il qui presente Imaginary Falcons in formato vinile di contro una versione dello stesso album, ma in formato cassetta, viene smerciata contemporaneamente da Not Not Fun. Quello dei Peaking Lights, forse complice anche i vocalizzi di Indra, spesso sembra la versione sorella del suono di Wet Hair, o comunque una versione femminile.
Viene da ripensare ai Melvins di un ventennio fa, dove la differenza tra genio e beffa sfumava in una nebbia indistinta. Si parte con Medman, una matematica aliena, un riff angolare da avant-noise newyorkese col silenziatore. Ancora cosmica tedesca Cluster e pachiderma faustiano in Press Play.
E in una coda infinita che usa persino i Black Dice. Abbiamo cento di questi dischi a cui siamo affezionati. Molti altri ne abbiamo scartati. Ora ne avremo cento e uno, a cui fare posto nella nostra discografia. Cosa niente affatto male di questi tempi. Pop intimo, profondo e ben calibrato quello di Pine Sticks And Phosphorus. Rone aveva proposto una selezione eclettica e danzereccia, da roba techno molto crauta a cose house per tutti i gusti.
Rullante popcorn, bassi profondissimi, timbro pieno, qualche campione dai Pink Floyd, ottimo gioco pause-riprese, lui sudatissimo, simpatico, con gli occhiali appannati. Qui si concentra su una techno minimale dai suoni soffici, in equilibrio dinamico con dilatazioni ambient.
Belleville, con un missaggio meno morbido, potrebbe anche uscire fuori dal Disco asciutto, veloce, carinissimo. E allora altro che nu-rave. Zomby faceva filologia. Shitmat fa matematica. Piacerci ci piace. Ma si ferma li. Come lo Squarepusher rompi palle al laser fusion. Altri segni particolari: odia Conor Oberst e assomiglia a Dan Deacon.
In pratica, il file va under creative nerd. Di diverso, in Wax On Wool, in uscita per i cataloghi della Nonine Recording , abbiamo inoltre la naturale progressione, le ritmiche semplici ma sospese tra basse frequenze e timbriche vocali, il tutto di una certa epica.
I climi sono sempre pacati e mai sbilanciati. Ossessivi nel dub glitch di Into butter venature blues , vaporosi nei melodici flussi ambient di In the Cave o macabri per Mild Mountains dilatate corde di basso.
Un linguaggio che ha fatto scuola e ha dettato uno standard, adottato spesso da figli degeneri, che ne hanno copiato lo stile senza avere lo stile per poterlo fare. Attacca Aghartha e improvvisamente ti dimentichi di tutto: la mente torna al primo ascolto di The GrimmRobe Demos, quella chitarra quel drone cupo ma umano che ti avvolge e che ti proietta in una dimensione altra. Poi il riff si placa e il sole si oscura definitivamente; si piomba nel vuoto di una death ambient condotta da feedback drones e squarci di pianoforte.
I 4 anni che ci separano da Black One hanno visto i due titolari del progetto sempre molto indaffarati e presenti presenzialisti? Ecco allora che tutti li aspettavano al varco. O la pace conciliante e inaspettata di Alice che gioca con silenzi e attese come mai ci era capitato di sentire nelle uscite precedenti.
Infatti, proprio come altre leve assimilabili, Kawaguchi, valicati i confini del convenzionale, poggia la mano sui concetti di plasti- co e sul senso dello spazio tutto attorno.
Niente male. Quali altri misteri verranno finalmente svelati dopo la loro sbobinatura? Ci sono poi le sottigliezze composite che, per le due tracce di Weather and Worn fanno quasi a meno della manipolazione concedendosi alla strumentazione chitarra acustica, kalimba e campane e disposte a dialogare con delicati effetti in loop. Talora corrono il rischio della facile retorica, ma alla fine tutto si tiene e accetti il livello del gioco.
Co-producono Amerigo Verardi e Maurice Andiloro. Gioioso ed elegante sono gli aggettivi che meglio calzano i field recordings e gli oggetti di contorno di Ichinichi e End Of The Day - Slight Hunger, considerati dinamici effetti delle punteggiature in armonica, accordeon e pianoforte. Stranezze del sottobosco americano che a ben vedere tanto stranezze non sono.
O meglio, che sono tornati a farci fare un discorso complesso. Il conio di un genere personalissimo sulla scia dei mastodonti del rock, la classica pietra angolare Standars a segnare lo spartiacque tra un prima e un dopo e infine la cristallizzazione. Milions Now Living E su tutto il sound raw. Oppure al tripudio moog di Northern Something Troppa la consapevolezza e la media taratura delle tracce per elevare il lavoro a livello dei classici. Per fortuna, ma fino a un certo punto. Senza dubbio un degno compenso per la lunga attesa che ha caratterizzato questa uscita.
Anche se proprio di rimpiazzo non si tratta, quanto piuttosto di un progetto collaterale di Shawn Reed e Ryan Garbes, che ora si prende tutte le luci dei riflettori su di se. Altre volte il suono della batteria dal vivo invigorisce la performance, ma non si va mai a parare nelle stramberie rockish della band madre. A fare paragoni si potrebbero prendere i Suicide citati da Not Not Fun e rallentarli, inacidirli, zombificarli, oppure rinchiudere i Neu in una prigione-fogna per un migliaio di anni.
Il nuovo Xasthur lascia dal principio interdetti: lentezza doom, chitarre quasi assenti, predominanza di tastiere. Ne esce un lo-fi black metal atmosferico, evocativo e malinconico soprattutto la lunga Masquerade of Incision che pare uscito da un demo di Burzum.
Altri tempi, viene da riflettere, durante i quali i canali promozionali underground avevano un impatto inesistente sulla comunicazione. Anima latina segna uno spartiacque importante nella produzione di Battisti e un punto di non ritorno musicale. Come dire: si piega, ma non si spezza. E continua a trasformarsi. Tra il pubblico, John Duncan ascoltava concentrato i gesti sonori della Amacher. Studia lo spazio che, qualche giorno dopo john duncan ad Angelica avrebbe occupato la sua musica.
Un ruolo inedito, quello di direttore, per uno come lui, abituato a creare suoni piegato su una macchina o un laptop. Nessun rimpianto per esserci persi Andrea Rebaudengo che abbiamo avuto modo di apprezzare in varie occasioni Ab Baars una vecchia conoscenza di Angelica Alfonso Alberti e Sven Johansson.
Ma andiamo con ordine. Salgono sul palco senza troppe cerimonie Aaron Warren e i fratelli Copeland; e senza altrettanti convenevoli attaccano con loop vertiginosi di synth a manetta. Dopo una pausa rientriamo in sala in attesa di Josephine, che arriva in ritardo.
La chanteuse siede al piano fiera e svagata. A chiusura concerto: giudizi contrastanti su Josephine, allineati su Marissa. La prima si ama o si odia, come tutte le grandi interpreti. Il concerto inizia alle nove e tre quarti di una serata spettacolare: la musica, il vento, lo psych gentile dei Crystal Stilts non potrebbero combinarsi meglio.
Quando il post war dream entrava in palla e li, ancora Stone e la celluloide, immortalavano il giovane Morrison proprio su quella spiaggia. La performance dura oramai il classico minutaggio da indie band, un ora e un quarto. Riusciranno i nostri eroi a mantenersi candidi e intensi? Come dire che i Boss Hog sono una scusa perfetta per riprendere contatto con Mr. E ancora. Alla fine un buon antidoto ai soliti cool hunters con cui spesso ci si trova a convivere.
Aprono le danze tre giovani impiegate del catasto che rispondono al nome di Micragirls. Roba grezza, disciplinata, ortodossa, ma ben suonata. Diciamo di no. Dove ci posizioniamo per il resto del concerto. Nonostante tutto, la band marcia a pieno regime. La Martinez rimane dignitosa fino a fine concerto, calata nel ruolo con i suoi pantaloni di pelle nera.
Ma la sostanza rimane la stessa. Per lei, come per il resto del gruppo. Testo: Stefano Solventi, Fabrizio Zampighi. Domus De Janas - Demo Autoprodotto, Mag G enere : folk prog Nascono come un duo folk, i Domus De Janas da Verona, ma in un lustro sono diventati un ottetto, archi e fiati, mandolini e chiatrre, percussioni e ovviamente voci, in primis quella assieme pensosa e terrigna di Lara.
In bocca al lupo. Dal covano fregole garage e wave, psych e punk, brit e power-pop. E si sente. Fato sta che Il. Oltre che, appunto, un punto fermo di partenza.
Li diresti in bilico tra devozione Groover Washington e frenesia estatica Billy Cobham, per non dire dello speziato misticismo del primo Santana. E invece Andrea Pulcini, aka Persian Pelican ci spiega come anche i nostri amici felini debbano espiare qualche, presunta, col- pa. Per farlo confeziona dodici tracce wyattiane fino al midollo comprimendo al loro interno violoncelli, chitarre liquide e voci lubrificate.
Esigenze creative che avvicinano il gruppo al dialetto sopra le righe di Sckiarrabball come al banjo di Kanto del disincantato, agli aromi tex-mex di Godot come al bluesrock di Briganti. Quel disco, Beat Konducta Vol. La madre, Maureen un rapporto il loro, forse inevitabilmente, bellissimo e morboso , ha trascorsi da cantante lirica, il padre Beverly suona il basso in un gruppo jazz e canta in un gruppo doo-wop. James si chiude in casa e comincia a fare esperimenti. Tra i tantissimi che lo vanno a trovare a casa, curiosi, anche Kariem Riggins e Marshall Mathers: il futuro Eminem.
Nel Jay Dee, come adesso si fa chiamare, fonda il primo vero gruppo, 1st Down, un duo col concittadino Phat Kat al microfono. Il duo si scioglie, ma i due continueranno a incrociarsi spesso. Il disco, Fan-TasTic Vol. Il nostro tocca anche punte high-commercial con Jamiroquai, Janet Jackson il clamoroso appiccicoso remix di Got Til Is Gone , Poe, 2Pac, ma a livello economico i ritorni sono per lui modesti.
Nel esce finalmente il primo disco ufficiale degli Slum, Fantastic Vol. Il Vol. Nel viene ufficializzato il distacco dagli Slum. La notizia non viene diffusa. La casa discografica gli propone allora un contratto da solista. La sua stanza diventa un mini-studio di registrazione, con via vai di amici vari e colleghi.
Oltre che nella musica Jay cerca conforto nella Bibbia. Dilla muore tre giorni dopo, per arresto cardiaco, il 10 febbraio. Donuts e la morte al lavoro, come per Carpal Tunnel di Derek Bailey. Il disco viene accolto benissimo, inevitabilmente, per la botta emotiva. Trentuno brevi, praticamente tutte sotto i due minuti, schegge senza rapping, ma con tante voci campionate-trovate, e un menu di fonti aperto e illuminante, dai 10cc a Shuggie Otis a Zappa a Raymond Scott a Galt McDermot.
Fino alle estreme propaggini di questi giorni, col produttore ed mc Raydar Ellis che porta in giro un ottetto acustico che rilegge pezzi di Dilla, pezzi oggetto di un suo apposito corso al Berklee College of Music, dove insegna. Passato e futuro insomma. Demiurgo di un suono peraltro attualissimo, uno di quei pochi che rappresenta davvero il nostro oggi, il nostro essere qui ora, nel bene e nel male: un suono di plastica, legno e carne.
In tempi non certo pioneristici, ma decisamente ancora non sospetti, siamo nel , un solitamente parco di elogi Pharrell Williams dichiarava al mondo il nome del suo produttore preferito di sempre. E non potrebbe essere diversamente. Da qui un veloce flash, una suggestione che ce lo accosta a cose appartenenti a universi forse differenti forse no come ad esempio Burial.
Pezzi costruiti spesso su strutture o anche solo venati da semplici irregolari bolle elettroniche. Come termine strettamente legato alla musica inglese indica un ensemble composto da strumenti di diversa estrazione, in voga nel periodo barocco del tardo diciassettesimo secolo. Box Of Birch era stato stampato inizialmente in pochissime copie, in una tiratura di 28, con confezione boxata contenente semi e fiori di betulla raccolti dalle parti intorno West Pennine Moors, nella campagna inglese e rilasciato individualmente da Richard tramite la sua private press, Sustaine-Release, al prezzo di niente.
Un regalo per esorcizzare i propri demoni e un affare estremamente personale quindi. Josh Rosenthal si invaghisce del disco e ora lo ristampa su Tompkins Square, con artwork e musica completamente rinnovati. Un lavoro minuzioso ed elegante. Altrove spetta al deserto celtico evocato in Desse Lay dal maestro Mohammed Jimmy Mohammed, alla cupa Ayada Zuryash Abeye e alle screziature quasi zydeco!
I vortici sono scultorei. Chiedete a un maratoneta in proposito. I brani, una covata di piccole creature naives, sono ormai dei classici. Non stanca e convince, pur mantenendosi fedele allo zeitgeist. Buona riscoperta. Ammalia — come negarlo — anche la bellezza di Olivia B. Merilahti, come la sua presenza sul palco, dove ha una disinvoltura spiazzante. Ma anche gli esempi musicali, in assenza dei quali, ovviamente, non staremmo qui a parlarne. In una parola autoconsapevolezza.
Resta una certezza: si tratta di due ottime introduzioni al Dilla-mondo, soprattutto per i neofiti con background hip-hop o comunque black. Questo volume, copertina emblematica col campionatore Akai, si sovrappone al primo in due pezzi, Slum Village e De La Soul, e contiene altre due produzioni native-Dilla, Pharcyde e Busta Rhymes.
Dilla non stravolge, fa suo: mette la giacca a Busta e Artifacts, o al contrario, ma sempre con eleganza, sporca quella di Four Tet con voce di Guilty Simpson , una specie di palm-muting di tastiere e un ride in levare. Aspettiamo un volume tre con i pezzi di Dilla per Dilla. Gabriele Marino Quando nel fu pubblicato Aqualung, molti, sia tra i critici che tra i fan, lo interpretarono come un concept album, nonostante Ian Anderson ed il resto della band si affannassero a dichiarare il contrario.
Che Anderson abbia seguito le indicazioni del pubblico? Sul versante, invece, strettamente musicale, il sound dei Jethro Tull non si discosta molto dalla matrice folk-rock-blues caratterisica della band sin dagli esordi, anche se con delle differenze sostanziali, rispetto ai lavori precedenti.
Sul grande schermo la ripresa di Mission Impossibile III, e poi Cloverfield , con il socio Matt Reeves , senza contare le numerose sceneggiature a suo carico. Il film funziona bene per opera di un ben riuscito lavoro di gruppo e a un buon cast, anche da un punto di vista tecnico. Furono loro, inizialmente, a darsi da fare per cercare uno sceneggiatore.
Parve necessario occuparsi anche della parte precedente della vita di Guevara, soprattutto a partire dal coinvolgimento di Soderbergh, dopo la rinuncia di Terrence Malick di lui rimane una traccia solo nei credits. Finalmente due anni e mezzo dopo, oltre ai precedenti cinque, il film viene presentato a Cannes. Fu girata prima la seconda parte per 39 giorni in Spagna, con un prototipo della macchina digitale Red One che ricrea la grana del super 16 , macchina a mano sul modello dei maestri del pedinamento.
Lo stesso Soderbergh, sotto lo pseudonimo di Peter Andrews, a fare il direttore della fotografia. Certo, voi direte, ci vuole del coraggio ad affrontare questo tema tra storia e mito del Che. Un patriota universale, assoluto? In questo senso la figura prende forma e interesse: una figura sibillina, doppia, funerea e mistica.
Sicuramente da visionario. Non sempre ci riesce, ma ci sono punti raffinati: la scena, ripetuta nel secondo film, in cui Guevara e Castro sono sulla nave Granma e attraversano il Golfo del Messico. Guevara osserva Castro. Sono momenti solidi in una linea narrativa che continuamente si spezza, nello stile del regista, in una miriade di ellissi che eliminano ora cause ora effetti delle azioni.
E poi, scusate, ma io continuo a pensare alla parodia che Allen ha fatto della guerriglia in Bananas. Che mito! Secondo, ma non certo per importanza, il fattore economico: una riproposizione costa meno di un nuovo allestimento di un certo livello.
La successione dei tre brani eseguiti la Partita n. Un finale che meriterebbe solo il silenzio, dopo. Ma il pubblico vuole il bis e Perahia lo accontenta, rispondendo agli applausi con un Notturno di Chopin e un brano pianistico di Schubert, che non aggiungono altro come avrebbero potuto?
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